Geraldina Piazza

Il primo e il secondo

Il primo è primo e il secondo non è nessuno…

Lo so, questa frase suona un po’ stronza, e molti di voi avranno storto il naso quando l’hanno letta, ma ricordate il nome di un concorrente arrivato secondo in una qualunque disciplina olimpica degli ultimi anni?

Ancora ci state riflettendo? Non perdete tempo, ve lo dico io: NO! Perché il primo è primo e il secondo non è nessuno!

È stato il mio dictat per tutti gli anni in cui ho allenato le squadre nazionali di vela italiana. Era un modo per far capire ai ragazzi che avrebbero dovuto dare il massimo; cercare di spremersi per riuscire ad arrivare dove si poteva e osare di andare anche più lontano. Non accontentarsi, insomma, pensare sempre di poter arrivare ancora un po’ più in là.

Si chiama, semplicemente, agonismo.

Oggi mio figlio ha fatto proprio questo. E purtroppo non è bastato perché è arrivato secondo.

Ma non ho nulla da rimproverargli. Posso solo imparare dal modo in cui ha condotto l’ultima prova del Campionato Italiano di Laser Radial.

Aveva, stamattina, nella ottava regata, l’ultima chance di arrivare primo. Era distanziato solo di tre punti dal vertice della classifica e il suo avversario, con un nome da menagramo – CRISI – sarebbe dovuto arrivargli quattro posizioni dietro per permettergli di batterlo.

Un’apparecchiatura elettronica, munita di GPS, che si chiama truck, e che viene attaccata all’albero del laser, ci permette, con un sito internet, di seguire tutta la regata in tempo reale, con delle piccole barchine colorate che si muovono sullo schermo. Questo, per una velista come me, provoca grandi contorcimenti di budella, che si annodano e si rilassano a ogni virata o strambata che ritieni fatta in modo non consono. Così ho visto, dalle prime fasi di partenza alla linea dell’arrivo, il modo in cui lo ha marcato, senza mollarlo un attimo, senza consentirgli di fare una tattica serena perché, spesso, se lo portava ramengo nel campo di regata a cercare seppie. Non importava il suo risultato. L’importante era che lui fosse dietro di almeno quattro posizioni. E questo ammiro di Carlo: non ha perso la concentrazione fino all’ultimo.

È stata una regata entusiasmante, piena di colpi di scena e di suspence. Ci abbiamo sperato fino al traguardo, concentrati sullo schermo del tablet a spiare le sue mosse e quelle del sig. Crisi.

Ma non c’è stato niente da fare.

Ecco. Questo secondo posto me lo ricorderò per sempre. Perché è il miglior risultato fatto fin d’ora e perché ha tentato, con le unghie e con i denti, di strappare quel primo all’avversario.

Non c’è riuscito. Pazienza. Ma è riuscito nell’intento di farmi ricredere. Ci sono dei secondi memorabili che non si scorderanno facilmente.

Bravo Pulce mia: sei un vero campione…

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