Napoli, interno giorno: ispezione della stanza d’albergo molto accurata. Vista mare dalla finestra con affaccio sul Vesuvio. Un tiepido sole riscalda la stanza in questo febbraio sferzato da gelide folate di ponente. Stanza finto moderna un po’ fané, ma decorosa. Quindi si passa al bagno e, immediatamente, il mio sguardo viene calamitato dai sanitari: SONO APPESI, lo capite???
A P P E S I!
Io odio i sanitari appesi. Abbiamo appena ristrutturato la nostra casa e, in tutti i negozi di materiale per l’edilizia ci proponevano questi sanitari: “Ma signora?!? Sono l’ultima moda…si usano moltissimo….”
Ma chi è che li usa? Famiglie filiformi di indossatrici e uomini sottomisura. Bambini piccoli e figlie anoressiche.
Io sono sovrappeso, mio marito è normale e mio figlio è un ragazzino muscoloso e ben formato. Non siamo adatti ai sanitari appesi.
Ogni volta che mi seggo in uno di quei bidet (ormai sono in quasi tutti gli alberghi) guardo con terrore il bordino di silicone bianco che chiude la fessura dell’attacco al muro aspettando che da un momento all’altro si crepi e precipiti per terra, frantumandosi con il mio sedere ancora nel cavo.
Mi danno un’idea di precarietà, di instabilità. Come fa una cosa appesa, per quanto con forti perni piantati in profondità, a reggere il mio peso? Dovrebbero scriverci su un limite e, chiedendoti il peso alla prenotazione metterti poi in una stanza adeguata.
Ho imparato a tenere in tensione i muscoli dei quadricipiti (come quando noi donne facciamo pipì in un gabinetto pubblico per non poggiarci) per riuscire a diminuire la pressione sul sanitario…ma non è vita, però.
Non si potrebbero vietare negli alberghi o obbligare la Direzione a scriverlo nella descrizione della stanza? “Stanza matrimoniale con vista e sanitari appesi”, “Stanza con letti gemelli, balconcino panoramico e gabinetto normodotato”! Mi sentirei più tranquilla e mi sembrerebbe più onesto…