Geraldina Piazza

La banda degli angeli

Nel cielo, fra le nuvole bianche e rosa, soffici come batuffoli, scorrazza una banda di piccoli angeli: sono gli angeli giocherelloni.

Sono spiritelli di pochi mesi, altri addirittura hanno solo pochi giorni, e il loro scopo è passare la giornata a divertirsi e organizzare scherzi a destra e a manca.

Corrono fra le nuvole inseguendosi, e quando qualcuno di loro inciampa, cadendo fa un rumore fragoroso che si sente fin sulla terra: è il tuono; e lo stesso succede quando girano intorno alle nuvole, legandole con una corda strette strette. “Vogliamo farne una spremuta” – dicono, ma il risultato è che cominciano a grondare acqua innaffiando tutti gli umani per giorni e giorni.

Ogni tanto qualcuno di loro, fra i più temerari, decide di andare a vedere come si sta sulla terra e scende giù a curiosare. Si sistema nella pancia calda e accogliente di qualche donna e aspetta, con pazienza, di poter mettere fuori la testa.

I miei Angeli

Quando questo accade, raramente l’angelo decide di tornar nel cielo. Infatti è molto più divertente giocare insieme a tanti altri angeli ormai diventati bambini, che tornare lassù a rispettare le rigide regole del Padreterno. E giocano in un sacco di modi diversi: nascondino, acchiapparella, un due tre stella e tanti altri giochi che nel cielo non sono permessi.

Ma, purtroppo, può capitare anche che qualcuno di questi piccoli si spaventi del buio, e dopo un po’ che sta a nuotare dentro la pancia, preso da un attacco di paura, voglia tornare a casa di corsa.

Lì cominciano i guai: lui spinge per uscire, e la ragazza che lo ospita trattiene il fiato cercando di non lasciarlo scappare, e lui tira la pancia da un lato e dall’altro lasciando sgomenta quella mamma in attesa che non capisce perché quel piccolo angelo voglia tornare nel cielo. Ma come si fa a incatenare uno spirito libero come quello di un bambino non nato?

Così, rassegnata, la ragazza lo lascia volare e lui, voltandosi indietro promette: “lasciami tempo e fammi trovare il coraggio di scendere ancora per tornare a trovarti, e intanto rimani in silenzio ad ascoltare i rumori delle nostre corse mentre giochiamo tra le nuvole in cielo”.

Così, se nelle notti piene di stelle tendiamo le orecchie nel buio, possiamo ascoltare, insieme a tutte le mamme che ancora li stanno aspettando, le voci di quei monelli, indecisi se continuare a rincorrersi in cielo o venire a giocare quaggiù per riempire una coppia di gioia.

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