Geraldina Piazza

Il ciaffico

traffico

“Questa è una terra, mio caro, in cui nella stessa faccia, nella tua e nella mia, un occhio odia l’altro occhio”, scrisse in un racconto de Il mare color del vino Leonardo Sciascia. E io potrei aggiungere che una mano non sa cosa stia facendo l’altra. Purtroppo gestire una città non è cosa facile. Ma tante cose sfuggono alla mia logica. Stiamo vivendo un periodo infame fra i lavori per le linee tranviarie, la metropolitana, le fogne e qualcos’altro che mi sfugge. Ogni giorno un corteo, una protesta, un’occupazione o un cantiere mette in ginocchio la nostra città provocando caos e disagi che sfuggono al controllo della nostra amministrazione. Vengono bloccate e chiuse delle strade senza sapere se ci siano alternative e senza controllo da parte di alcuno. È di pochi giorni fa la chiusura di una delle carreggiate della Cala senza che i responsabili del Comune sapessero il perché. Poi arriva, finalmente la Primavera e i primi raggi di sole, dopo un inverno piovosissimo, ci riscaldano facendoci uscire dal letargo. E cosa fa ogni buon palermitano che si rispetti? Va a Mondello, a godersi la spiaggia ancora libera dalle tribali “capanne”. Ma la Favorita è una ghiotta preda di chiunque, anche di chi decide, senza alcuna logica che vada chiusa tutti i festivi e prefestivi, per qualche mese, prima di essere sommerso dalle critiche e tornare sui propri passi. Niente in contrario all’utilizzo di questo meraviglioso polmone verde da parte di ciclisti, maratoneti o semplici villeggianti. Solo alcune perplessità. Chi corre a piedi ha dei vialetti deputati, sulla terra battuta, in cui recarsi, ma, non so perché, se provate ad andare a Mondello la domenica mattina, tra le 8 e le 9, li troverete TUTTI in mezzo alla carreggiata, anche in curva e nei posti a rischio investimento. Probabilmente, fra i vialetti, incontrerebbero delle signorine che, disturbate sul loro luogo di lavoro, spesso li picchiano derubandoli. Ma non so perché, di queste non ci si riesce a liberarsi. Quelli in bici, che ci siano o no le macchine, possono andare lo stesso. I villeggianti, invece, non si capisce come possano fare, con carbonella, salsiccia e sedie a sdraio a raggiungere l’area attrezzata che sta al centro del parco. Però chiunque richieda la Favorita per corse podistiche o caccie al tesoro la ottiene. E invece di pubblicizzare la chiusura per avvisare la cittadinanza, ci si limita a un tweet che scorre sulla pagina del sito del Comune di Palermo, seguito da altri tweet che dicono che in viale Ercole il traffico è rallentato perché c’è un incidente. Quindi fa pensare che sia aperta. Allora, ignaro, decidi di andare a Mondello e, dopo essere entrato in viale Diana dal cancello di piazza Leoni, ti trovi costretto a girare a destra in direzione Fiera per ripercorrere via Imperatore Federico e, riattraversando piazza Leoni, andare verso Pallavicino. Le uniche anime incontrate sono dei volontari dell’associazione che ha organizzato la gara ciclistica che ci preclude di percorrere il parco. Ma non stanno all’ingresso del cancello per avvisarti, bensì dove c’è il bivio che non puoi percorrere. Non c’è traccia alcuna di vigili urbani e dal comando rispondono che se ne devono occupare solo gli organizzatori. Mi chiedo se sia logico affidare il parco a persone estranee all’amministrazione, evidentemente non pratiche di traffico. Fra l’altro la strada alternativa, cioè quella di Pallavicino, è assolutamente priva di controlli. Quindi, come ogni domenica, basterà che un incivile lasci la macchina in seconda o terza fila per comprare il pane, che tutta la strada si blocchi. Domando al comando dei Vigili, telefonicamente, a che ora finirà il tutto per capire se troverò la strada percorribile al mio ritorno in città, e mi rispondono che non ne hanno idea. Ma se non ce l’hanno loro, l’idea, chi ce la deve avere? Perché non si riesce a coordinare nemmeno un evento elementare come questo? Quando riusciremo ad avvicinarci a un grado di civiltà appena passabile? Sono scoraggiata, avvilita e incazzata, perché mi accorgo che non c’è alcuna volontà nel cercare di evitare problemi come questi, che non sono insormontabili o irrimediabili, ma ti rendono grigia una bella e tiepida giornata di sole.

E pensare che anche Johnny Stecchino aveva capito che il più grande problema di Palermo è “il ciaffico”…

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