Geraldina Piazza

Il gusto di ridere di gusto

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Chi me lo doveva dire, a 56 anni suonati, di ritrovare il piacere di andare a scuola. E, anzi, di aspettare con ansia la prossima lezione, sempre di martedì. Certo con due professori come Benassai e Mandreucci ti puoi aspettare di tutto, ma abbiamo avuto anche di meglio, oltreché di tutto! Cominciamo con l’appello, esilarante, del prof. Benassai, burbero quanto basta, con nomi e cognomi di presenti, cazziate e minacce incluse, per poi proseguire con l’introduzione di un prof. speciale, Lello Analfino, al quale andrebbe conferita ad honorem una laurea per meriti avuti sul campo in “intrattenimento, musica e arte del racconto”. Ci ha deliziato con una delle sue più recenti canzoni che ha spopolato nel film di Ficarra e Picone, Andiamo a quel paese. “Cocciu d’amuri” Una serenata struggente, romantica e appassionata, che qualunque femmina “normale” vorrebbe sentire cantare dal proprio amato, accompagnato alla chitarra da un giovane musicista molto bravo. Nel frattempo il prof. Mandreucci sottolineava l’anno di nascita del succitato ospite, il 1973, con una serie di racconti, di canzoni e aneddoti su fatti avvenuti in quel periodo. Ma il meglio, Analfino, l’ha tirato fuori con degli esilaranti racconti sul periodo della sua frequentazione scolastica, conditi da performance atletiche che, per fortuna, sono riuscita a immortalare! Due ore volate, squagliate, senza un accenno alla politica, una volgarità, un doppio senso o una battuta spinta. Mi sono sentita risucchiare indietro nell’atmosfera goliardica del mio 1973 (ahimè quindicenne e non in fasce come Lello!), di canzoni di Battisti suonate con la chitarra in un cerchio magico di ingenuità e sguardi sereni, di divertimento ingenuo e “pulito”.

Magici PROFESSORI. Grazie.

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