Basta, ora basta.
Vorrei avere il “salvavita”, come il mio impianto elettrico. Quando c’è un sovraccarico si stacca da solo. Ecco. Mi sento proprio così: SOVRACCARICA. Bisogna riuscire a togliere la spina da Internet. Tutto diventa così vicino, così presente, così amplificato. Sai tutto di tutti. Partecipi di gioie e disgrazie. Di malumori e malattie. In tempo reale, basta una faccina con gli occhi tristi e subito capisci che un “amico” lontano ha qualcosa che non va. Non lo conosci, magari non sai che faccia abbia, visto che, al posto della sua foto c’è un fiore o quella del suo cane, ma stai lì a tormentarti.
Morti, morti e morti. Tanti in pochissimi giorni. Vicini e lontani. E allora rifletti sulla precarietà della vita, come se avere visto mio padre spegnersi a poco a poco, a cinquant’anni, non fosse stato sufficiente a farmi capire che siamo solo di passaggio, appesi a un filo, sottile, che può spezzarsi in qualunque momento. Cerchi di usare Facebook come un diversivo, per rilassarti, giocare, scambiare pareri e opinioni sulle minchiate della vita, dal Festival di Sanremo all’ultimo libro letto. Ma, appena fai una battuta si esacerbano gli animi. Le parole scritte non riescono a rendere il tono, la voce, le inflessioni e le sfumature. Riescono solo a tirar fuori il peggio che c’è in te. E arrivano risposte piccate, durissime e intransigenti. Ma poi tutti quelli privi di senso dell’umorismo li vado a beccare io????
Facebook è capace di scatenare follie, rinfacci, rimproveri, battute acide, e se uno cerca di smorzare i toni con una faccina buffa vieni presa per cretina, poco sensibile o, addirittura brutale. Bisognerebbe imparare a non prendersi troppo sul serio.
Ho la bacheca invasa da cani e gatti incidentati. Il più sano è senza una zampa o paralitico. Quando mi va bene condividono, se mi va male mi trovo taggata in mille foto brutali e pietose… E se poi posto la foto di un piatto che contiene carne vengo assalita da vegani integralisti che parlano di cadaveri e di assassini.
La zia “Na”, l’adorata zia Giovanna Terranova, diceva sempre “nella nostra famiglia avere un carattere significa avere malo carattere”! E allora me ne vanto. Non voglio essere simpatica a tutti, né piacere a chiunque. Se ho delle idee che non appattano con chi mi sta intorno, ma nelle quali credo, le difendo e le porto avanti. Non sono ruffiana e non amo i lecchini.
E riuscirò a staccare la spina e a ripulire il mio profilo…