Ho passato la mia vita a cercare di convivere e accettare il mio fisico giunonico.
Verso i miei tredici anni, dopo essermi formata, il mio seno ha cominciato a svilupparsi, malgrado tutti i miei sforzi, non potevo farci niente, cresceva anomalo e incontrollabile.
Facevo nuoto e avevo trovato nel costume olimpionico, ben fasciante, un prezioso alleato e, praticamente, vivevo in costume, tutto l’inverno.
Avevo delle “amichette” che mi massacravano. Erano le classiche mingherline che si sbafavano un bue restando magrissime e, ogni volta che potevano, mi facevano notare la mia linea non proprio da modella.
Poi ho cominciato a fare vela, in un mondo di maschi dove non ti si filava nessuno. D’inverno si usciva bardati come l’omino Michelin, e d’estate credo di non aver mai sfoggiato un costume, intero o due pezzi che fosse, senza un qualcosa sopra, fosse anche una di quelle tunichette indiane di garza che tanto si usavano negli anni ’70.
A parte che, per trovare un bikini che mi stesse dovevo appattarmi con qualcuna che avesse il problema opposto al mio, cioè un bacino molto largo e un seno piccolo per poter invertire slip e reggiseno.
Andavo a comprare un paio di jeans e ciò che si vedeva dal banco, cioè la parte di sopra, non convinceva la commessa che io potessi portare una 42, così c’era una lotta, che poteva durare molte battute, prima di poter avere la taglia giusta.
Quando poi, nei negozi chiccosi della città, non mi rispondessero direttamente: “Per leeeiiii????!??”, come se mi mancasse un braccio o fossi senza testa. E ho imparato a comprare dai cataloghi, peraltro di ottima qualità e a prezzi di gran lunga inferiori, dove, il giorno del mio compleanno mi chiamano per farmi gli auguri e offrirmi un ulteriore sconto sugli acquisti!
Se giravo per strada sentivo gli sguardi lascivi dell’operaio che lavorava per strada o i complimenti volgari del camionista che mi affiancava mentre ero in vespa.
Ho imparato a camminare un po’ curva, con le spalle calate, e con lo sguardo a terra, per non sentirmi in imbarazzo.
Ho portato minigonne vertiginose, che mettessero in risalto le mie gambe (magre e dritte), per distrarre l’avversario!
Ho imparato a difendermi con sarcasmo. Se qualcuno faceva un apprezzamento cattivo io rispondevo: “Io posso sempre dimagrire, ma tu, col cervello che hai, come puoi fare?”
Quando sono rimasta incinta di Carlo confidai al mio ginecologo di “non sentirmi gravida”, probabilmente perché, avendo fatto la fecondazione assistita, non avevo vissuto tutto quello che accade alla scoperta di una gravidanza. E lui rispose, ingenuo, “ma dovresti sentirlo, anche dal tuo corpo, solo solo dal seno gonfio!” E io, scoppiando a ridere risposi: ”Allora sono incinta da quando avevo quattordici anni!”
Ho sognato, per tutta la mia adolescenza, di riuscire a trovare i soldi per potermi fare un’operazione di riduzione del seno, e, adesso che ce li ho, e che so cosa vuol dire star male ed essere operati, non mi passa per la testa di farmela!
Quando qualcuno ti dice, scioccamente, “ma perché vuoi cambiare? A noi piaci così!” sono tutte minchiate…
Ma se ti viene un complesso, che so?, del naso adunco, delle orecchie a sventola o del seno grosso, non è che ti svegli e te lo crei da solo! È una somma di frasi, occhiate, sguardi in tralice e bisbigli al tuo passaggio che ti fanno sentire diversa…
Adesso hanno dato un nome a questa pratica di demolizione della persona in base al suo aspetto fisico, si chiama Body Shaming, ed è una forma raffinatissima di bullismo.
Vanessa Incontrada mette su DUE chili perché ha avuto un figlio o ha mangiato di più? È passata da una taglia 42 a una 44? Massacriamola, critichiamola, scriviamo miliardi di schifezze su una tastiera dietro uno schermo che ci rende anonimi e copriamola di insulti. Come se fare tutto questo non avesse conseguenze, perché dopo qualche minuto si cambia pagina, profilo e si va da un’altra parte.
Ecco, il non metterci la faccia rende invincibili e impunibili.
Non posso dimenticare il disoccupato palermitano quarantaduenne che scrisse a Mattarella che la mafia aveva fatto bene a ucciderne il fratello, e che comunque, aveva ammazzato il fratello sbagliato. Quando lo presero, perché lo presero, si giustificò dicendo che lo aveva scritto così, per passare il tempo, e non sapeva fosse un reato…
Possiamo pontificare giorni, mesi e anni sulla violenza sulle donne, ma, fino a quando non si insegna alle nostre figlie come essere libere non avremo fatto un passo.
Libere dagli stereotipi di bellezza, dalla sudditanza economica da un uomo, dalla vergogna di esprimere un parere diverso dagli altri senza essere tacciate di stupidità, di viaggiare, muoversi e rincasare la sera tardi senza doversi spaventare di essere aggredite, libere da mariti e compagni violenti che accettiamo perché la crocerossina che è in noi perdona tutto in nome della redenzione, libere di non fare figli se non si ha l’impulso materno senza essere esposte a critiche inutili, libere di mettere una minigonna o una camicia scollata senza sentirsi dire “te la sei cercata”, di avere un lavoro di prestigio retribuito quanto quello dell’uomo che ricopre lo stesso incarico…
Insomma, le libertà sono infinite e la negazione di queste sono il giogo che ci mette al collo chi ha paura di noi. Comprese altre donne che non sanno emanciparsi.
Io ho imparato, alla mia veneranda età che bisogna volersi bene, accettarsi, e questo sarà il segreto per piacere anche agli altri se tanto è importante per noi.
Noi siamo invincibili se sorridiamo, se riusciamo a fare dei difetti dei punti di forza, se facciamo capire, in modo inequivocabile, che le critiche cattive non ci sfiorano, se riusciamo a trasmettere la forza che è in noi. Non permettiamo a nessuno di sottometterci, fisicamente e psicologicamente.
NOI SIAMO BELLISSIME.
Io ti conosco da quando avevamo 14 anni e di te mi è sempre piaciuto tutto: l’interezza della bella persona che eri allora e che sei tutt’ora.
Non a caso siamo tutti veramente amici anche se viviamo distanti 1500km….della nostra meravigliosa amicizia mi poace che siamo amici tutti nelle die Famiglie, è bellissimo e ip cemento di questa stupenda e rarissima amicizia sei proprio tu, una persona bellissima. Questo post riesce a trattare con la grazia e delicatezza che ti sono proprie tanti argomenti seri….ma, se vuoi un parere da “amico vero” , eri una ragazza molto gentile e anche molto carina e tutti questi difetti che ti trovavi allora, noi “ragazzi irresistibili ” non te li trovavamo.
Grazie!
a scuola mi chiamavano mucca musulmana, mai capito perché musulmana, mucca perché però si, il mio seno era talmente grosso che se passavo da un angolo prima si vedevano le tette e poi io, e capisco perfettamente quello che ha scritto, un seno enorme in un corpo siccu siccu, i commenti dei muratori, dei camionisti, lo sguardo famelico e bavoso di fruttivendoli vari, il non poter mai indossare una bella camicia aderente perché non esistevano per me, per me solo camicioni, ma sono sopravvissuta a tutto questo e adesso me ne stracatafotto allegramente.
Da ragazzina ci soffrivo, adesso la penso come te!
esattamente il mio pensiero!
Siamo in tante!
Geraldina sei fantastica!!!! Quanto scrivi si dovrebbe stampare ed appizzare a tazebao in tutte le scuole medie e licei!!!!!
Grazie Roberta, sarà che scrivo solo sulla mia pelle…
Uno scritto bello, semplice, reale, senza rabbia né rancore…mi piacciono molto le tue parole e mi permetto di condividerlo su fb. Grazie è stato un piacere leggerti
Grazie!
Mia bella Geraldina non è vero che non ti filava nessuno, se ricordi per me e Sandro Barone eri la nostra bella collega di vela.Negli anni ci siamo e continuiamo a volerci bene perché sei una bella persona solare e sincera, con tuo marito fate la coppia perfetta. Ti vogliamo bene.
Grazie, anche io vi voglio bene!
Leggerti questa mattina mi ha aiutato a rendere migliore….una delle tante giornate iniziate di me….da.
Un bacio grande Magnifica Donna dentro e fuori
Anche tu, comunque, sei PERFETTA!
Cara Geraldina, come puoi immaginare anche io ho passato molta parte della mia vita, specie a scuola ad essere sfottuto per il mio peso ed essere bullizzato (come si dice oggi) per questo, la parola che più mi offendeva era : ” Pacchione” anche per la sua onomatopeia. Poi fortunatamente ho cominciato a dimagrire perchè mia madre mi mise a dieta ed iscrisse in palestra e tutto ciò finì, ma in età matura ho cominciato ad ingrassare di nuovo e fra diete alternate a periodi di non dieta ormai sono certo che morirò grasso…
Volevo dirti che non ho mai notato il tuo seno grosso e che ti trovo e trovavo molto carina con colori bellissimi e simpatica, intelligente e piacevole;forse un po’ rompipalle ma simpatica.
Ho molto apprezzato questo tuo scritto
Alberto
Ricordo bene il cartello dietro la tua scrivania in ambulatorio in cui pregavi di non commentare la tua corporatura… ma che ci vuoi fare? Ora ho imparato a fottermene ma i complessi non vengono gratis. Che tu sia sempre stato una spanna più in alto lo sapevo. Con questo commento lo acclami.