A te, che con grande bontà d’animo mi definisci “generosa” perché amo “condividere” rispondo con grande semplicità…
A cosa serve una grande casa se i tuoi amici non ci vogliono venire?
A cosa serve saper cucinare se quello che prepari non lo mangia nessuno?
A cosa serve avere una disponibilità economica se poi non aiuti chi si trova ad affrontare un momento difficile?
A cosa serve saper ascoltare e saper aiutare a risolvere i problemi se poi nessuno si confida con te?
A cosa serve avere una macchina in garage, che non usi mai, se poi non la presti a chi te la chiede?
A cosa serve sapere qualcosa di bello, conoscere gli angoli più intimi della tua città, se poi non lo racconti a nessuno?
A cosa serve avere un giardino, vuoto e inutile, se il cane anziano della tua amica non ci può passeggiare in santa pace?
A cosa serve saper fare bricolage se poi non aiuti l’amico con la serranda rotta?
A cosa serve saper maneggiare una macchina fotografica se quando ti chiedono di fare un servizio poi non ci vai?
A cosa serve saper scrivere se poi non aiuti il tuo amico fidato a correggere il suo primo libro?
E mi vengono in testa due “motti” personali. Uno sacro e uno profano!
Io penso sempre che se non dividi con chi ha bisogno il Signuruzzo si incazza, e mi viene in mente un fumetto di Mafalda, in cui veniva regalata una tavoletta di cioccolato a lei e a Susanita, amica del cuore. Ma mentre lei la sbocconcella, Susanita la divora e guardando Mafalda ancora con la tavoletta in mano le dice: “Chi mangia e non invita non avrà una lunga vita”.
Ecco, cara Amica mia, alla mia tavola ci sarà sempre un posto per chi ha voglia di stare sinceramente insieme.
La differenza tra te ed altri che come te hanno cose belle da condividere,e’ che altri hanno un concetto della condivisione esclusivo e snob .una contraddizione in termine.
E cosi mi commuovi. E mi piace.