Geraldina Piazza

23 Maggio

Sono ormai ventotto anni che in questo giorno io stringo al petto la mia reliquia.

Era morto da poco il Prefetto Dalla Chiesa e io, ragazzina, avevo capito benissimo che lasciarlo solo era stata una tecnica utile a farlo ammazzare per sbarazzarsene. Orfana già da anni dello zio Cesare Terranova, già da qualche tempo avevo eletto Giovanni Falcone come “Faro guida”. Così gli scrissi una lettera di sfogo. Era il periodo, fra l’altro, dei “veleni” e sul Giornale di Sicilia pubblicarono una lettera in cui una signora si dichiarava scocciata dai divieti di posteggio e dalle sirene. Così proponeva di costruire un residence a Bellolampo dove fare alloggiare tutte le persone a rischio per non averle tra i piedi. Ecco, questo era il clima.

Dopo un paio di mesi mi arrivò, scritta a mano, una busta con l’intestazione della Procura di Palermo. Non vi dico l’aria preoccupata di mia madre quando me la porse. Dentro c’è la lettera che vi “regalo”. Un testamento spirituale agghiacciante e pur bellissimo.

A questo collego un mio post di qualche anno fa che ben rappresenta quello che, grazie alla pandemia, stiamo schivando. Con buona pace degli “animali da palcoscenico” e, secondo mio modestissimo parere, buona soddisfazione di Giovanni e Francesca che non avrebbero MAI voluto tutto ciò che ormai gli gira intorno e, soprattutto, essere separati anche nel loro ultimo abbraccio dopo aver condiviso anche l’ultimo respiro.

Oggi, tornando dall’aeroporto dov’ero andata a prendere mio figlio che tornava dalle regate, ho visto che le bandiere attaccate ai pali vicino il luogo della strage erano state sostituite e svettavano brillanti e, sulla strada del ritorno, dove c’è il piccolo slargo vicino la stele, c’era una tribunetta con un’orchestra che suonava e parecchi cineoperatori che riprendevano.
Questo, collegato alla città paralizzata, alle mille attività teatrali, canterine, clownesche, di divieti che hanno penalizzato tutti quelli che abitano in un raggio di otto chilometri da via Notarbartolo, mi hanno fatto pensare ad una festa paesana, che so: “La sagra della porchetta di Ariccia”. Ci manca solo il luna park itinerante nello slargo della stazione Notarbartolo. 
Ma voi pensate che Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, più tutti quelli della scorta, sarebbero contenti di un simile circo? Persone riservate, schive, che lavoravano a testa bassa, senza mondanità e riflettori, avrebbero gradito tutto questo bordello? Io credo di no
“.

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