Tempo fa, quando lavoravo per Luigi Biondi, insigne neuropsichiatra che praticava l’ipnosi, mi capitavano sotto mano dei testi che parlavano dell’argomento, soprattutto come rimedio al dolore, in soggetti che non potevano subire la narcosi. Fra questi quello di un bambino americano, affetto da leucemia, che, in momenti acuti della malattia e della cura, riusciva ad autoipnotizzarsi e, raccontava, a “uscire dal proprio corpo”, addirittura descrivendo ciò che succedeva nelle stanze accanto a quella in cui era ricoverato. Ricordo bene che mi colpì moltissimo questa capacità di estraniarsi alle cose dolorose, ma anche solo fastidiose, praticata come estrema autodifesa, perché anche io, nel mio piccolo, ero avvezza a questa attività.
Come dimenticare lo stupore dei tecnici quando hanno visto che sono riuscita ad addormentarmi all’interno della macchina della Risonanza magnetica! Durata quasi un’ora, fra la parte fatta al naturale e quella col mezzo di contrasto, in un frastuono che, se non si sente, non si apprezza. C’è un rumore di sottofondo come se fosse musica da discoteca, e su questo si inseriscono altri frastuoni striduli e molto forti. Ed io lì in mezzo dormivo…
Ho maturato da tempo vari meccanismi di protezione. Ho degli airbag naturali che scattano in automatico se la mia mente rifiuta qualcosa di molto sgradevole.
E proprio questo che mi accade in questo periodo della mia vita.
Mercoledì è stata una giornata un po’ pesante, e mentre andavo su e giù per scale, corridoi e viali del Civico pensavo che stavo guardando un telefilm, dove una uguale a me era la protagonista, che tanto era tutto finto, e che presto sarebbe arrivata la parola “Fine” sull’happy end di ciò che solitamente guardo in tivvù…
La mattina sono un’altra e il pomeriggio mi trasformo e ritorno nei miei soliti vestiti. Spensierata, senza particolari problemi se non l’organizzazione di qualche cena o di qualche uscita con amici, piuttosto che la gestione della casa e della famiglia.
Riesco a vivere ciò che sta accadendo con un distacco quasi paranormale. O forse è solo la mia mente che riesce a operare questo miracolo impedendo a questo brutto “armàlo” di tormentare TUTTA la mia giornata.
Così sono scissa in due, una parte sana e una malata, una buona e una cattiva. Come il “Visconte dimezzato”, personaggio meravigliosamente dipinto da Calvino, che permetteva allo stesso uomo di avere due vite opposte.
L’importante è distinguerle nettamente, tenerle ben lontane fra loro e, sperare, che, una volta guarita, questi pezzi siano rincollabili, e non siano a brandelli…
Sei una persona meravigliosa, Geraldina, forte, combattiva e capace di utilizzare la tua intelligenza per affrontare questa brutta storia. Meriti di guarire presto e te lo auguriamo tutti, cara amica. Tu, intanto, continua ad utilizzare anche queste armi, che, ormai è dimostrato, sono capaci di potenziare tutte le nostre difese ed essere un prezioso contributo terapeutico. Un abbraccio e tanti tanti tanti auguri di salute. Gianvera
Gianvera, se sopravvivo, diventerò “Highlander”!!!
Mi tocca tutto quello che scrivi e faccio una gran fatica a digerirlo..e tu lo sai..
Ma ieri sera, a cena da te, c’era la “parte sana”!
non conosco il tuo problema ma mi riconosco nella reazione. E’ proprio quello che ho provato quando ho affrontato la brutta bestia chiamata linfoma non ogikin terzo stadio classe A (sempre il meglio mi scelgo!!!!). Ed è sicuramente grazie a questo atteggiamento accompagnato da un pò di fortuna e un marito bravissimo che ce l’ho fatta. E così ti dico sei sulla stada giusta per sconfiggere qualunque cosa. ti abbraccio forte.
Gera, leggerti che… piacevolezza! Sono sicura che al risveglio… ma neanche te lo ricordi il tuo problema di salute… vero? Siamo donne forti noi, abituate a far finta di niente, a minimizzare i nostri guai… E mai una volta mai… che non ci prendiamo mille pensieri per gli altri! E vabbe’… abbiamo il vantaggio di esser fiere di come siamo: cosa si può desiderare di meglio? Ti abbraccio da stritolarti