Che pomeriggio! Sono andata a prendere Carlo che era a lezione dalla prof. di matematica e fisica con l’intenzione, poi, di fermarmi in via Notarbartolo per la manifestazione della strage di Capaci. Stampo una copia della lettera di Falcone per appenderla all’albero, come faccio ogni anno, e mi avvio. Arrivo in via Lo Jacono e lascio la Vespa. Scendo, incunnata e piena di trusce (come si traduce per gli amici del nord? “tutta scapigliata e tenendo in mano molte cose”), e mi trascino Carlo verso l’albero. C’è caos, ma ancora si può camminare. Tiro fuori la lettera dalla borsa (chi mi conosce sa cosa contiene in genere la mia borsa…!), prendo il nastro adesivo e mi sporgo per attaccarla, ben visibile, al tronco. Quindi mi ritrascino Carlo verso il cancello della villa di zia Mimmi per entrare e lasciare il casco, l’impermeabile, l’ombrello e altro, dentro e avere le mani libere. Poggio tutto e cerco la macchina fotografica per liberarmi della custodia nera a tracolla e…………non c’è più.
Carlo, nel frattempo, ha proseguito a piedi verso casa perché lui odia la confusione, e io, richiuso il cancello, volo rifacendo il percorso a retromarcia. Mi faccio largo a gomiti aperti nella calca più totale e domino a malapena le mie crisi di panico rispetto alla folla, quando, dal palco, lo speaker dice: “Abbiamo ritrovato una borsa. Deve averla persa qualche operatore!” …È la mia. Sono certa. Se no perché avrebbe dovuto dire che era di qualche “operatore”???? Arrivo sotto il palco ed incontro Lucina, una vecchia amica, alla quale racconto l’accaduto trafelata. Chiamo uno degli addetti alla sicurezza e mi dice che devo andare lateralmente per farmela dare. Lì becco una ragazza che mi dice: “Qui non c’è niente…a lei chi l’ha detto che è stata trovata una borsa?” – “Come chi me l’ha detto??? L’avete detto voi dal palco!” Lucina ascolta questa conversazione, stranita, e io, non prima di aver lasciato un biglietto da visita alla tipa, ritorno a cercare tra i piedi e al collo delle persone se vedo la mia preziosa Lumix nuova… Dopo un po’ mi arriva una telefonata: “La tua macchina fotografica ce l’ho io, sono Lucia”. Il numero è sconosciuto e penso che sia la tipa alla quale avevo lasciato il biglietto. Ritorno, precipitandomi, al palco (e chi ha visto il casino di oggi pomeriggio può immaginare in che condizioni sia arrivata) e la tipa mi dice: “La borsa che abbiamo trovata era di una persona che era sul palco e gliel’abbiamo restituita, ma era una borsa da donna” – “Come da donna???? Avete detto che era di un operatore, e quindi ci doveva essere dentro del materiale professionale…” – “Le dico che era di una persona sul palco, e poi chi ha detto che era di un operatore?” – “VOI, l’avete detto al microfono, l’hanno sentito migliaia di persone!…” Disperata richiamo il numero dal quale mi avevano comunicato di averla trovata e la persona che mi risponde mi dice: “SONO LUCINA, e sono davanti all’albero con la tua macchina fotografica in mano che uno degli addetti alla sicurezza ha consegnato a me perché ci ha viste parlare, e gli ho garantito che te l’avrei ridata…ma che culo che hai!”. Sì, in effetti ho avuto un gran culo….