Un anno, trascorso lentamente o in un attimo, a secondo se lo vedi da sotto o da sopra.
Ho nelle orecchie, nettissima, come fosse avvenuta ieri sera, la telefonata di Alberto: “Zia, papà si è sentito male. È morto”.
E il cielo ti cade sulla testa. In un istante la tua vita si frantuma.
Papà e mamma se ne sono andati da tanti, troppi anni, soprattutto papà, di cui non ricordo nemmeno più la voce…
Mi erano rimasti due fratelli, con cui mi toglievo dieci anni, ma col più grande non ho alcun rapporto. Purtroppo la vita mi ha fatto spostare il baricentro dei miei sentimenti, della mia indulgenza, molto in là. Non sento il “richiamo del sangue”, mi dispiace. Tacciatemi di insensibilità. Una persona mi deve piacere, le devo voler bene e mi deve ricambiare, altrimenti non so che farmene, parente o conoscente che sia.
Il mio motto della pagina FB è “La vita è troppo breve per ballare con uomini brutti”. Ho poco tempo, una vita molto incasinata e intensa. Non ho tempo da perdere.
Con Massimo, invece, c’era un rapporto unico. Di grande affetto, pur tra baruffe, musi e contrasti. Ma sapevamo, entrambi, di poter contare l’uno sull’altro. Anche non approvandoci. E poi mi faceva ridere. Era spiritoso e ironico.
In questo anno non posso dire quante volte avrei preso il telefono per chiedergli qualcosa, un consiglio, un ricordo di ricetta di mamma o una parentela: “Ma com’è che siamo cugini di Emilio?”
Sul mio telefono c’è ancora il suo numero con una suoneria unica: che aveva solo lui. E quando Lucilla, che ha conservato il suo numero, un giorno mi ha chiamato da quello mi ha fatto scoppiare il cuore. E ora non lo fa più.
Elena, Alberto, due scriccioli nella tempesta, e capisci che devi essere al fianco della loro mamma a riempirgli le tasche di sassi per non farli volare via. Responsabilità, pensieri che spesso affollano le mie notti molto frastagliate fra sonno e riflessioni.
Ma ogni tanto lo sento. E questo mi consola, anche perché ero assolutamente certa che non li avrebbe lasciati facilmente.
E gliel’ho promesso che io ci sarò, sempre.
Ma mi manca. Da morire.
Cara Gera , come ti capisco sono trascorsi 6 anni da quando mio fratello non c’è più e non c’è un attimo in cui di tutto e di più per averlo qui accanto a me!
Sensazione struggente…